MANOVRA ESTIVA: LA POSIZIONE DEL CSA
La manovra peggiorerà le prospettive di crescita (per altro già deboli) del Paese, dal momento che si muove
secondo una logica meramente contabile (prendo i soldi dove è più facile farlo e non dove sarebbe più giusto),
senza alcuna strategia di politica economica e finanziaria.
Non a caso, essa viene contestata anche da parte delle associazioni imprenditoriali.
Il Decreto di recente emanato dal Governo appare segnato da una profonda ingiustizia sociale, poiché, anche se
con modalità indirette e non immediatamente percepibili, produrrà tagli a Regioni ed Enti Locali, che si
tradurranno, a loro volta, in una diminuzione della qualità dei servizi igienico-ambientali, di trasporto, sanitari,
scolastici, assistenziali, ed in un ulteriore aumento delle tariffe.
Quello che il CSA ha più interesse a sottolineare è che per Regioni ed Enti Locali sarà sempre più difficile svolgere
i compiti istituzionali, senza contare l’ipocrisia insita nella decisione di sopprimere piccole Province e piccoli
Comuni, facendo finta di dimenticare che il vero scandalo dello spreco pubblico sta in ben altri costi della politica
(Organi costituzionali, Ministeri, consulenze, incarichi esterni, consigli di amministrazione, grandi Enti pubblici e
società partecipate), che, manco a dirlo, non sono stati minimamente toccati.
Siamo in presenza di un forte attacco allo stato sociale, mentre restano impuniti i veri responsabili della crisi
finanziaria del Paese: i grandi evasori fiscali, protetti sia attraverso il mancato rafforzamento delle misure di
controllo, sia attraverso la mancata imposizione di una tassazione straordinaria dei grandi patrimoni.
Appaiono pericolose, inoltre, le misure (non richieste) sul mercato del lavoro: prima fra tutte il sancire per legge
l'efficacia “erga omnes” sulle deroghe aziendali ai contratti nazionali. Non si capisce quale risparmio per il bilancio
statale possa produrre tale intervento, che serve solo ad attaccare i lavoratori e i loro diritti.
Da ultimo le misure sul pubblico impiego, ancora una volta capro espiatorio di colpe non proprie: appare addirittura
ridicola la proposta di subordinare il pagamento della tredicesima mensilita' dei lavoratori pubblici al
raggiungimento dei parametri di spesa stabiliti dai dirigenti e di cui i lavoratori stessi non sono minimamente
responsabili!
Questa è l’ultima novità dell’ideologia Brunettiana: il Dirigente sbaglia e il lavoratore paga!
Ugualmente non condivisibile il congelamento del pagamento del TFR ai lavoratori pubblici nel caso in cui optino
per il pensionamento anticipato: siamo in presenza di una vera e propria appropriazione indebita (seppur
temporanea)
Nel complesso, dunque, misure che finiranno per pesare principalmente sui cittadini meno ricchi e già in difficoltà.
Per tutti questi motivi il CSA ribadisce la propria contrarietà alla manovra e cercherà di intervenire, nel corso del
dibattito parlamentare sul Decreto, per introdurre le modifiche utili a rendere meno gravosa la condizione dei
lavoratori pubblici, del sistema delle Autonomie e dei diritti sociali. IL SEGRETARIO NAZIONALE
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