Si succedono senza sosta gli scandali che ‘certificano’ ai cittadini come ed in quali rilevanti quantità le risorse pubbliche, cioè i loro soldi, si trasformino in vere e proprie fortune private.
Eppure si continua a parlare di rigore, di tagli alle spese, di licenziamenti nel pubblico impiego, di drastiche riduzioni delle pensioni attuali e future, di contratti bloccati, di prelievo fiscale alle stelle.
Non c’è modo migliore per allontanare i cittadini dalla politica, di mortificare i loro sacrifici, di instillare un clima di sfiducia in un momento in cui sono invece chiamati a far fronte ad una crisi economica che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese.
La Magistratura farà il proprio lavoro, ma è evidente che c’è anche e soprattutto un problema della politica. Di quella che sa e di quella che, molto poco credibilmente, dice di non sapere. Una questione che deve essere affrontata con serietà, per evitare che l’ondata di dissenso rispetto a fenomeni di malcostume apra la strada a percorsi non in linea con la democrazia.
Non si aspetti il prossimo scandalo. E’ ora di dire basta da subito. Magari con un giuramento solenne davanti al Capo dello Stato da parte dei ‘governatori’, con l’impegno di revocare, pena le dimissioni, ogni emolumento aggiuntivo rispetto allo ‘stipendio’ di presidenti, assessori e gruppi.
Il Csa della Provincia di Bari crede che questo sia un momento topico per il rilancio dell'economia che deve passare attraverso la bonifica delle istituzione, la rinascita di una politica di servizio pregna di valori e significati, di solidarietà e sussidiarietà, di fratellanza e dei valori cristiani e di grandi riforme.
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